MISSILI RUSSI ALLE FORZE ARMATE INDIANE
Durante il 19° summit annuale bilaterale tra India e Federazione Russa, svoltosi a New Delhi nella prima settimana di ottobre, il primo ministro indiano Narendra Modi e il presidente russo Vladimir Putin hanno firmato un accordo per la fornitura del sistema missilistico russo a lungo raggio terra-aria S-400 “Triumf” alle forze armate indiane, per una valore stimato di circa 5 miliardi di dollari.
La firma segnala alcune conferme e pone alcuni interrogativi.
Le principali conferme riguardano innanzitutto il progressivo riarmo dei grandi Paesi del sub-continente indiano e di tutta la regione. E segnano un altro punto a favore della politica russa in Asia, con un Paese come l’India che possiede una lunga tradizione di rapporti con la nazione russa sin dai tempi dell’Unione Sovietica.
Gli interrogativi riguardano gli Stati Uniti. La firma dell’accordo di fornitura è stata posta nonostante la politica sanzionatoria americana verso i Paesi che intrattengono rapporti e forniture con il sistema difesa di Repubblica russa, Iran e Corea del Nord, e i missili S-400 obiettivamente stanno in questo ambito.
Inoltre è molto nota nel mondo la sensibilità del presidente statunitense Donald Trump agli affari, anche e soprattutto nel mondo dell’industria della difesa. Le reazioni americane sono dunque motivo di attenzione. La prudenza non sembra accantonata: fonti americane tendono a ricordare come le sanzioni dovrebbero servire per colpire la Russia, non Paesi come l’India.
Nel frattempo fonti indiane avrebbero sottolineato il carattere indipendente delle scelte del proprio governo, e al tempo stesso rassicurato che l’inizio delle trattative tra Russia e India erano avviate prima dell’entrata in vigore delle sanzioni previste dal CAATSA (Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act).
Il generale Rawat, a capo dell’esercito indiano, ha affermato la volontà indiana di accedere a tecnologie e sistemi spaziali russi, nonché all’acquisizione di elicotteri Kamov.
Tra India e Stati Uniti è in vigore l’accordo COMCASA (Communications Compatibility and Security Agreement) che consente l’accesso dell’India alle reti di comunicazione e alle tecnologie della difesa americana, al fine di aiutare l’interoperabilità tra le forze militari dei due Paesi. Probabilmente nessuno vorrà rimettere in discussione quanto acquisito. Anche se una nuova questione potrebbe aprire un nuovo fronte di tensione tra India e Stati Uniti: il petrolio iraniano.
Francesco Butini