RILANCIATA LA COLLABORAZIONE CNR – OPIFICIO DELLE PIETRE DURE
A novembre l’Istituto Nazionale di Ottica – INO del Consiglio nazionale delle ricerche – CNR e l’Opificio delle Pietre Dure – OPD hanno celebrato i 25 anni dalla firma della prima convenzione stipulata per integrare risorse e competenze e fare ricerca insieme per la salvaguardia del patrimonio culturale.
“L’applicazione delle più avanzate tecnologie ai Beni Culturali è la più chiara testimonianza di come lavorare a conservazione e restauro non ci chiuda nel passato ma ci possa proiettare nel futuro”, ha spiegato il direttore del Cnr-Ino, Francesco Saverio Cataliotti -. Siamo fieri di poter continuare ad unire le eccellenze fiorentine in questa avventura”.
La convenzione del ‘98 ha dato vita al primo laboratorio scientifico di ricerca in Europa frutto della collaborazione diretta tra il Ministero dei Beni Culturali ed il Ministero dell’Università e della Ricerca. Da allora, restauratori, storici dell’arte, archeologi e ricercatori, uniti dalla passione per la scienza dei beni culturali, hanno lavorato insieme in maniera sistematica e interdisciplinare per prendersi cura del patrimonio italiano.
A partire dagli anni ’90 il Cnr-Ino e l’OPD hanno sviluppato insieme prototipi di strumentazione ottica per la diagnostica, creando soluzioni innovative e non invasive per la conoscenza delle opere d’arte che l’OPD aveva in cura: dalla realizzazione del primo scanner basato su una singola banda nell’infrarosso (IR, fino a 1.7 mm) fino allo sviluppo dell’attuale scanner per riflettografia multispettrale in 32 bande (dal visibile all’IR). Grazie alla ricerca e all’innovazione, il team interdisciplinare Cnr-Ino / OPD ha sviluppato, testato e perfezionato in perfetta sinergia di intenti strumenti e competenze necessarie per scoprire, analizzare e interpretare anche ciò che l’occhio umano non può vedere nell’opera d’arte: i disegni preparatori, i pentimenti, il processo creativo dell’artista, avendo a disposizione immagini, modelli tridimensionali, dati spettrali ed altri dati misurati sulle opere al fine di conoscerne i segreti materici e compositivi.
Negli archivi e nelle banche dati dei due istituti si conservano oggi gli straordinari risultati di questa collaborazione: report, fotografie, filmati, immagini, mappe e modelli relativi ad indagini, interventi di conservazione e restauro eseguiti su capolavori, tanto per citarne alcuni, di Raffaello (“Madonna del cardellino”, Uffizi 2008), Piero Della Francesca (“Resurrezione di Cristo”, S.Sepolcro 2009-2011), Caravaggio (Cena in Emmaus, Brera 2010), Leonardo da Vinci (“Adorazione dei Magi”, Uffizi 2011-2012) e di altri grandi artisti moderni e contemporanei.
I risultati di questi interventi non solo hanno consentito una migliore comprensione delle opere d’arte studiate ed una pianificazione mirata degli interventi di restauro, ma hanno anche aperto la porta a importanti collaborazioni in ambito internazionale: il modello Cnr-Ino / OPD è divenuto il prototipo che ha ispirato la creazione di E-RIHS, l’infrastruttura di ricerca europea per le scienze del patrimonio, che grazie a queste basi avrà la sua sede a Firenze. Oggi Cnr-Ino e OPD mettono in campo nuovi e più ambiziosi progetti a cui stanno già dando forma: utilizzare l’esperienza acquisita in 25 anni di collaborazione e su di questa porre le basi per creare, anche attraverso nuove collaborazioni con enti ed istituzioni di prestigio, un laboratorio integrato di indagini chimiche e fisiche (ottiche e nucleari) dotato di strumentazioni integrate uniche ed innovative per la creazione della conoscenza, finalizzata ad una sempre migliore conservazione e restauro delle opere d’arte italiane.