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DOPO LA CRESCITA ECONOMICA, ORA LE PROSPETTIVE SONO MENO FAVOREVOLI

Dopo sei trimestri di crescita superiore alle aspettative, le prospettive economiche appaiono ora meno favorevoli. L’economia globale e UE sono in marcato rallentamento. I segnali di possibile inversione del ciclo economico espansivo sono ascrivibili alla crescita dei prezzi dell’energia, al repentino rialzo dei tassi di interesse in risposta alla salita dell’inflazione e alla situazione geopolitica. A certificarlo è la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza – NADEF 2022 approvata dal Consiglio dei Ministri, lo scorso 28 settembre.

Nel corso del 2022, l’impennata registrata dai prezzi ha accresciuto il costo delle importazioni di energia del nostro Paese in misura senza precedenti, portando in deficit la bilancia commerciale dopo quasi dieci anni di ininterrotti surplus. Allo stesso tempo, l’aumento dell’inflazione ha contribuito a un aumento del gettito fiscale largamente superiore alle stime; l’extra-gettito così generato è stato utilizzato dal Governo per mitigare l’impatto degli aumenti dei prezzi dell’energia su famiglie e imprese.

Gli interventi adottati dall’esecutivo nel corso dell’anno hanno consentito di sostenere l’economia del Paese. Per l’anno in corso, si prevede che il livello tendenziale del Prodotto Interno Lordo aumenti al 3,3%, dal 3,1% contenuto nello scenario programmatico del Documento di Economia e Finanza – DEF in aprile, grazie alla crescita superiore al previsto del primo semestre e pur scontando una lieve flessione del Prodotto Interno Lordo nella seconda metà dell’anno. Inoltre, per effetto del positivo andamento delle entrate e della moderazione della spesa primaria sin qui registrati quest’anno, si prevede che il deficit tendenziale a legislazione vigente scenda dal 7,2% del 2021 al 5,1%, un livello inferiore al 5,6% programmatico definito nel DEF. Anche il rapporto debito/PIL è previsto in netto calo quest’anno, al 145,4% dal 150,3% del 2021, con un ulteriore sentiero di discesa negli anni a seguire fino ad arrivare al 139,3% nel 2025.

Nel 2023, a causa dell’indebolimento del ciclo internazionale ed europeo, la crescita tendenziale prevista scende allo 0,6% rispetto al 2,4% programmatico del DEF di aprile. L’indebitamento netto tendenziale a legislazione vigente viene stimato nel 3,4%, inferiore all’obiettivo programmatico del 3,9%.

Le previsioni contenute nella NADEF, come quelle presenti nei precedenti documenti di programmazione, sono basate su un approccio prudenziale e non tengono conto dell’azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di bilancio e con altre misure.