L’INTEGRAZIONE DELL’INDUSTRIA UE DELLA DIFESA: OPPORTUNITÀ, POLITICA E NECESSITÀ
La via all’integrazione europea dell’industria della difesa ha attraversato tappe diverse, coniugando le opportunità industriali con le esigenze politiche e le necessità militari.
Nel settore missilistico si è arrivati alla costituzione di una sola grande società, capace di competere nel mondo con i concorrenti americani: MBDA, nata su un asse franco-italo-britannico. Nel settore aeronautico militare si è proceduto sulla strada di consorzi specifici per lo sviluppo di singoli velivoli: la Panavia Aircraft Gmbh tra Germania, Regno Unito e Italia per lo sviluppo del Tornado, il consorzio Eurofighter Gmbh tra Germania, Regno Unito, Italia e Spagna per la produzione dell’Eurofighter Typhoon.
Anche nell’aeronautica civile l’integrazione industriale europea ha generato un grande player mondiale come Airbus, nato sull’asse franco-tedesco a cui si sono aggiunti anche Regno Unito e Spagna.
Nel settore degli armamenti terrestri si sono fatti sentire più forti i condizionamenti nazionali nel corso degli anni, tesi più a garantire l’esistente che a sviluppare l’integrazione industriale in Europa. La gestazione di un processo aggregativo è stata dunque più lunga: risale solo al 2015 la nascita della holding franco-tedesca KNDS, che unisce i due gruppi Krauss-Maffei Wegmann (KMW) e Nexter. Il che significa, in termini di carri da combattimento, due tra i più famosi mezzi della storia recente: il Leopard e il Leclerc.
È di ieri l’annuncio di una nuova aggregazione per gli armamenti terrestri, questa volta sull’asse italo-tedesco, tra Rheinmetall e Leonardo. Dietro a questi due gruppi c’è una storia industriale fatta dal Tiger, dal Leopard, dal Panther, dall’Ariete. E davanti ci sono le grandi sfide poste dal ritorno della guerra in Europa, dopo l’aggressione russa all’Ucraina del febbraio 2022.
Il mondo è cambiato. Gli Stati nazionali, e soprattutto le istituzioni sovranazionali si stanno rimodellando ad un cambio repentino dello scenario europeo. Le istituzioni comunitarie nacquero sulle rovine di un’Europa distrutta dalla guerra e sulle speranze di nuove democrazie sorte accanto a quelle di più antica tradizione.
Oggi ognuno deve fare la sua parte. Industria compresa, anche nei settori affetti da più lunga gelosia nazionale.
Leonardo e Rheinmetall hanno dato ieri una prima, importante risposta.