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DIFESA, NATO: TRENTA PRESENTA GLI ESITI DEL VERTICE BRUXELLES

Dal Vertice NATO è sostanzialmente uscito un messaggio di unità e solidarietà tra Alleati, un forte segnale per partner e interlocutori, che conferma la capacità dell’Alleanza di adattarsi per contrastare le nuove sfide e minacce e, allo stesso tempo, preserva il legame transatlantico, i valori comuni e la capacità alleata di agire come attore politico nel settore della sicurezza e difesa.

Così il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che questo pomeriggio – insieme al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi – ha illustrato alle Commissione riunite di Camera e Senato gli esiti del Vertice NATO che si è svolto a Bruxelles l’11 e 12 luglio scorsi.

Un Vertice durante il quale Difesa ed Esteri hanno rivendicato un equo bilanciamento delle politiche e delle attività alleate anche in relazione alle minacce che nascono a sud, come il terrorismo, i flussi migratori irregolari, l’instabilità dei Paesi rivieraschi del Mediterraneo e del Medio Oriente, chiedendo un riequilibrio generale della postura complessiva dell’Alleanza verso il quadrante meridionale e verso le peculiari minacce che provengono da quella direzione strategica.

“Le nostre motivazioni e argomentazioni su temi per noi di fondamentale importanza, quali la ‘regione sud’ e il ‘bilancio della Difesa’, sono state generalmente condivise” ha detto il Ministro Trenta.

“Il Pacchetto per il Sud’ approvato dai leader al Vertice, nel mettere a sistema tutte le attività dell’Alleanza sul fianco meridionale, sarà la guida politico-strategica per l’implementazione degli sforzi alleati nel settore a noi più vicino” ha aggiunto, sottolineando che il punto 55 della Dichiarazione finale del Summit, nel delinearne le peculiarità, indica quali sono i suoi obiettivi: 1) rafforzamento della capacità di difesa e deterrenza contro le minacce provenienti dal Sud; 2) contributo agli sforzi profusi nella gestione delle crisi internazionali nella Regione; 3) supporto ai Partner regionali nello sviluppo della resilienza contro le minacce alla sicurezza, inclusa quella terroristica.

In tema di condivisione degli oneri (burden sharing) “abbiamo sostenuto con forza gli interessi italiani ricordando che come Paese diamo già tantissimo all’Alleanza” ed in particolare “abbiamo avanzato una proposta: vogliamo che gli investimenti per assicurare la resilienza – e in particolare quella cibernetica – a livello nazionale siano compresi nel 2% del Pil che i paesi della NATO hanno deciso di riservare alle spese per la difesa”.

Un investimento che riguarda il settore civile oltre a quello militare: “il nostro obiettivo è che nel 2% siano contabilizzati gli sforzi italiani nel rafforzare la propria sicurezza interna”.

Nell’abito della revisione della struttura di comando della NATO l’Italia ha chiesto e ottenuto che il Comando JFC di Napoli mantenesse pari ruolo e pari compiti rispetto a quello di Brunssum.

“L’Italia è uno dei 12 paesi fondatori della NATO” ha ricordato il Ministro spiegando che, ad oggi, la politica della “porta aperta” dell’Alleanza prevista dall’art.10 del Trattato di Washington (di cui l’anno venturo ricorre il 70° anniversario), ha portato questo numero a 29.

A Bruxelles si è deciso di continuare su questa strada “a dimostrazione che la NATO rimane una organizzazione di vitale importanza per la stabilità e gli equilibri globali, in uno scenario complessivo incerto e imprevedibile”.

“Tutto ciò – ha concluso il Ministro Trenta – in un quadro di rinnovata attenzione per il sud e per il Mediterraneo, con tutto un insieme di misure rispondenti ai bisogni dei nostri cittadini in termini di difesa dei confini alleati e sicurezza collettiva”.

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