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NATO: WORKSHOP “SECURITY FORCE NELLE ZONE DI CRISI”

Si è conclusa nei giorni scorsi presso il Centro di Eccellenza della NATO per la Security Force Assistance – NATO SFA COE la tavola rotonda focalizzata su “aspetti legali nelle attività di Security Force Assistance nelle zone di crisi” al fine di approfondire, con esperti della NATO e delle Organizzazioni Internazionali, le principali sfide legali e le tematiche per lo sviluppo di un programma che garantisca alle Forze di Sicurezza locali un chiaro quadro giuridico.

In particolare si sono riuniti esperti provenienti dall’International Military Staff della NATO, dal Supreme Headquarters Allied Powers Europe – SHAPE, dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, dalla Missione delle Nazioni Unite nel Sud Sudan, dall’ Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine, dal Gruppo di ricerca di Oxford, dal Royal Institute of International Affairs (Chathman House) e personale del Centro di Eccellenza per le Stability Police Units – CoESPU.

Durante l’evento, ideato dalla consulente legale del NATO SFA COE, Capitano Ludovica Glorioso, si sono analizzate in maniera trasversale e con un approccio interdisciplinare varie problematiche riguardanti l’anticorruzione e i relativi strumenti educativi negli scenari di crisi, il ruolo della Corte Penale Internazionale nell’attività d’indagine e nel perseguimento di crimini sessuali e di genere.

Sono stati esaminati inoltre le attuali sfide legali in ambito NATO, il reinserimento degli ex combattenti, i progetti sulla “Protezione dei civili” sviluppati dal Comitato Internazionale della Croce Rossa e il Gruppo di ricerca di Oxford.

Il secondo giorno è stato dedicato ad un’attività di sintesi e alla creazione di un progetto per sviluppare le linee guida di un programma giuridico per l’esecuzione di esercitazioni e corsi, e alla stesura di un manualelegale” da offrire alla NATO e ai paesi partner coinvolti in attività di Security Force Assistance.

Il progetto proseguirà con la creazione di un programma specifico per promuovere la conoscenza del diritto internazionale umanitario, sensibilizzare le forze di sicurezza locali sui diritti umani, facilitare il reinserimento degli ex combattenti e identificare i molteplici rischi di corruzione negli Stati fragili.