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NASA – ASI: ACCORDO PER MAPPARE LE RISERVE DI ACQUA SU MARTE

Anche l’Italia parteciperà alla missione per realizzare la mappa globale delle riserve di acqua e ghiaccio su Marte. È questo il risultato dell’accordo sottoscritto, nelle scorse settimane, tra la National Aeronautics and Space Administration – NASA e l’Agenzia Spaziale Italiana – ASI, che, insieme alla Canadian Space Agency – CSA e alla Japan Aerospace Exploration Agency – Jaxa si impegnano a consolidare il concept di missione robotica di mappatura del ghiaccio marziano.

“La firma dello Statement of Intent per la missione Mars Ice Mapper è il primo passo per l’avvio di una collaborazione innovativa: per la prima volta la realizzazione di una missione di questo genere si basa sull’iniziativa comune di quattro partner come NASA, CSA, JAXA e ASI – ha spiegato Raffaele Mugnuolo, capo ufficio Missioni Robotiche di Esplorazione dell’Agenzia Spaziale Italiana -. La partecipazione alla missione Mars Ice Mapper è un segnale di continuità importante per l’Italia, ed è una opportunità unica per consolidare il nostro ruolo già acquisito in missioni di esplorazione di Marte come ExoMars e Mars Sample Return”.

Le 4 agenzie spaziali, secondo la dichiarazione d’intenti, si occuperanno di sviluppare un piano di missione per valutare e definire i rispettivi ruoli e responsabilità e le opportunità di partnership con altre agenzie o privati. La missione Mars Ice Mapper – MIM mapperà dall’orbita i depositi sub-superficiali di ghiaccio di alcune regioni marziane, rilevandone la posizione, la profondità, l’estensione e l’abbondanza, a medie latitudini, fino a 10 metri di profondità. La scelta di analizzare queste regioni risiede nel fatto che esse potrebbero essere scelte per le future missioni esplorative, incluse quelle con equipaggio.

La sonda svolgerà anche la funzione di ripetitore orbitale per le comunicazioni delle future missioni marziane. L’orbiter che trasporta il radar potrebbe aiutare ad identificare le proprietà delle polveri, del materiale roccioso sciolto, noto come regolite, e degli strati rocciosi che potrebbero influire sull’atterraggio e sull’accesso al ghiaccio. Inoltre, i dati acquisiti da Mars Ice Mapper sarebbero messi a disposizione della comunità scientifica internazionale, sia per la scienza planetaria che per le future missioni umane su Marte.

La Missione MIM, se confermata, sarà la prima di questo decennio dedicata ad una ricognizione marziana per rispondere al quesito “cosa dobbiamo sapere prima di andare”, fondamentale per le future missioni, e potrebbe essere pronta al lancio già dal 2026.

L’identificazione e la caratterizzazione del ghiaccio d’acqua è essenziale per identificare i potenziali siti di atterraggio delle future missioni umane su Marte. L’accesso al ghiaccio d’acqua rappresenta, infatti, un obiettivo chiave per condurre indagini scientifiche, durante le quali i futuri esploratori umani potrebbero scavare, campionare e analizzare il ghiaccio per comprendere il cambiamento climatico e geologico su Marte e il suo potenziale astrobiologico.

Il ghiaccio è anche una risorsa naturale fondamentale che potrebbe fornire idrogeno e ossigeno per il carburante e per il supporto vitale. Il trasporto di acqua dalla Terra allo spazio profondo è estremamente costoso, quindi, una risorsa locale nello spazio è essenziale per un’esplorazione sostenibile.

L’esplorazione robotica e quella umana vanno di pari passo, ma solo grazie alla prima è possibile spianare la strada a missioni umane più sicure nel Sistema Solare. In questo scenario, la cooperazione tra agenzie spaziali è fondamentale per raggiungere questi obiettivi.

Federico Cabassi