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AMI: DOPO 18 ANNI I PREDATOR A VANNO IN PENSIONE

A fine dicembre, dopo 18 anni dall’entrata in servizio in Forza Armata, si è conclusa l’attività operativa dei droni Predator MQ-1C di General Atomics, nome in codice “Predator Alpha plus”, sostituiti ora dai più recenti sistema Predator MQ-9A.

“Nei moderni teatri operativi, l’Information Superiority rappresenta un elemento di rilevanza strategica imprescindibile, senza la quale ogni sforzo e finanche il più moderno sistema sarebbero inutili – ha spiegato il Col. Roberto Massarotto, Comandante del 32° Stormo AMI -. Per assolvere alle nuove missioni che si andavano delineando, già nel 2004, l’Aeronautica Militare si è dotata del sistema MQ-1, un velivolo non veloce, ma che fa della persistenza, della discrezione, della silenziosità, della capacità di raccolta e disseminazione di dati e delle potenzialità di impiego duale i suoi punti di forza, impareggiabili per gli altri sistemi. I successi ottenuti da questa macchina non sarebbero però mai stati raggiunti senza il prezioso lavoro degli uomini e delle donne del 61° e 28° Gruppo. Un lavoro pregiato e faticoso, che viene svolto lontano dai riflettori, nel silenzio, dove nessuno vi può vedere o sentire e senza magari poter condividere, con chi vi sta vicino, la soddisfazione per un successo particolarmente importante”.

Fin dal suo ingresso in linea, gli RPAS – Remotely Piloted Aircraft System Predator MQ-1 hanno rappresentato una svolta epocale per la Forza Armata consentendo di effettuare missioni operative di lunga durata ed in un vastissimo panorama di attività che spaziano dall’impiego militare a quello di protezione civile, totalizzando, in oltre 3800 sortite, più di 31.000 ore di volo, di cui circa 20.000 effettuate dal 28° Gruppo Volo APR di Amendola e più di 11.000 dal 61° Gruppo Volo Aeromobili a Pilotaggio Remoto di Sigonella.

Numerosissime le missioni militari e di coalizione in cui è stato impiegato in svariate aree del globo, tra cui Iraq, Afghanistan, Kosovo, Corno d’Africa, Kuwait, ricoprendo un ruolo fondamentale a supporto e per la sicurezza delle truppe sul terreno attraverso una preziosa attività di monitoraggio e sorveglianza dall’alto, in particolare per la scorta non armata ai convogli in ambiente ostile, per scoperta di ordigni improvvisati e per il monitoraggio di target operativi. Fondamentale, altresì, il contributo per il controllo dei confini nazionali e per la sorveglianza del territorio, nell’ambito di attività di concorso all’ordine pubblico, di ricerca e soccorso e di monitoraggio ambientale quali ad esempio il contributo alla sicurezza di vertici internazionali G7, G8 e G20, la collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile per eventi di pubblica calamità, l’attività di monitoraggio dei roghi nella Terra dei Fuochi.

L’Unmanned Aircraft Systems – UAS “Predator A plus”, entrato in linea nel dicembre 2004 e già nel gennaio 2005 dispiegato in missione al di fuori dei confini nazionali, ha consentito di proiettare in teatro operativo, a distanze prima di allora proibitive, reti e sensori in maniera persistente e impercettibile, dimostrandosi un infaticabile moltiplicatore di risorse, in grado di assolvere una notevole quantità delle missioni della dottrina aerea che vanno dal Close Air Support – CAS, al Combat Search And Rescue – CSAR, al Target Acquisition. Ma l’innovazione più diretta è stata l’opportunità di incrementare la Situational Awareness in “Real Time”, in quanto i sofisticati sensori di bordo trasmettono in diretta le immagini, rendendo lo scenario della zona di intervento immediatamente fruibile ai decisori.