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UE: MECCANISMO DI ADEGUAMENTO DEL CARBONIO ALLE FRONTIERE

La Commissione dell’Unione Europea ha adottato lo scorso 1 settembre le norme di esecuzione del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Carbon Border Adjustment Mechanism – CBAM) durante il periodo transitorio che partirà dal prossimo il ottobre e terminerà con la fine del 2025.

Il regolamento di esecuzione specifica gli obblighi di comunicazione durante il periodo transitorio per gli importatori dell’UE di merci CBAM, e la metodologia transitoria di calcolo delle emissioni incorporate rilasciate durante il processo di produzione delle merci CBAM.

Durante il periodo transitorio del meccanismo gli operatori commerciali dovranno soltanto comunicare le emissioni incorporate nelle importazioni soggette al meccanismo, senza versare alcun adeguamento finanziario. In questo modo le imprese disporranno di un tempo di preparazione e di previsione per mettere a punto la metodologia definitiva entro il 2026.

“Per venire incontro sia agli importatori che ai produttori dei paesi terzi, la Commissione Ue ha pubblicato linee guida per gli importatori dell’UE e per gli impianti dei paesi terzi sull’attuazione pratica delle nuove norme – si legge nella nota diffusa dalla Commissione -. Sono in fase di sviluppo strumenti informatici dedicati per aiutare gli importatori a effettuare e comunicare i calcoli, nonché materiali di formazione, webinar e tutorials per preparare le imprese all’inizio del meccanismo transitorio. Gli importatori saranno invitati a raccogliere i dati del quarto trimestre a partire dal 1º ottobre 2023, ma avranno tempo fino al 31 gennaio 2024 per presentare la prima relazione”.

Prima dell’adozione, il regolamento di esecuzione della Commissione è stato oggetto di una consultazione pubblica, ed è stato poi approvato dal comitato CBAM, composto da rappresentanti degli Stati membri dell’Unione Europea. Uno dei pilastri centrali dell’ambiziosa agenda dell’UE “Pacchetto Pronti per il 55% entro il 2030“, il CBAM è lo strumento unionale per combattere la re-localizzazione delle emissioni di carbonio. La re-localizzazione delle emissioni di carbonio si verifica quando le imprese con sede nell’UE trasferiscono la produzione ad alta intensità di carbonio all’estero per approfittare di legislazioni meno rigorose, o quando i prodotti dell’UE sono sostituiti da importazioni a maggiore intensità di carbonio, il che compromette l’azione dell’Unione a favore del clima.