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VEGA E, MOTORE M10A: PRIMO TEST PER CAMERA DI COMBUSTIONE OSSIGENO-METANO

La camera di combustione del motore M10ossigeno liquido e metano, che equipaggerà lo stadio alto “Vega Upper Stage – VUS” del futuro lanciatore Vega E, è stata provata nelle scorse settimane con i test di fuoco presso il banco statico del National Aeronautics and Space Administration – NASA Marshall Space Flight Center di Huntsville, USA.

Si tratta della prima camera di combustione realizzata con la tecnica del Addiditive Layer Manufacturing – ALM (ndr. anche nota come “stampa 3D”) che permette l’ottimizzazione dei costi e dei tempi. 

I test della camera di combustione del motore M10 sono il primo risultato tangibile e significativo dello sforzo che l’Italia sta portando avanti sulla tecnologia della propulsione a metano per i lanciatori, da oltre 15 anni, con le attività di ricerca e sviluppo tecnologico finanziate inizialmente a livello nazionale dall’Asi – ha spiegato il presidente dell’Agenzia, Giorgio Saccoccia -. Abbiamo creduto sin da subito in questa innovazione, e sulla scia dei nostri sforzi siamo riusciti a coinvolgere l’interesse di numerosi Paesi Europei, e far diventare questo progetto un obiettivo comune europeo a leadership italiana, come testimonia la grande partecipazione al programma Vega Evolution in ambito Esa, iniziato nel 2016 e fortemente sostenuto e sottoscritto alla recente Ministeriale 2019”.

Il motore a propulsione liquida Ossigeno-Metano consentirà una sostanziale riduzione delle operazioni e dei costi, ad un minor impatto ambientale e ad una maggiore flessibilità del sistema di lancio, rendendo il lanciatore Vega E, nella sua configurazione a 3 stadi ancor più competitivo sul mercato internazionale.

Il motore M10 prevede un’architettura di tipo expander della classe di 10 tonnellate di spinta, è destinato a sostituire il IIIe IV stadio, dell’attuale configurazione Vega, ed ha caratteristiche di riaccendibilità; esso utilizza metanocome combustibile ed ossigenocome comburente, entrambi in condizioni criogeniche, e permetterà di ridurre le emissioni inquinanti tipiche di altri tipi di propulsione spaziale.