IMPIEGO DEI DRONI: L’ITALIA SEGNA UN PRIMATO
A fine dicembre, un drone MQ-9 Predator-B dell’Aeronautica Militare ha volato nello spazio aereo nazionale utilizzando le stesse rotte normalmente dedicate al traffico aereo con pilota a bordo. La missione, la prima di questo tipo in ambito nazionale e tra le prime in ambito europeo e internazionale, fa parte di una sperimentazione pianificata e condotta dall’Aeronautica Militare in sinergia con l’Ente Nazionale Per l’Aviazione Civile – Enac per l’effettuazione con aeromobili militari a pilotaggio remoto di una serie di voli in coesistenza con il traffico aereo commerciale, anziché all’interno di spazi aerei esclusivamente riservati, come invece prevedono le attuali procedure e regole del traffico aereo.
L’obiettivo della sperimentazione è la revisione della normativa nazionale che regola la circolazione degli aeromobili militari a pilotaggio remoto, ponendo l’Italia tra i primi Paesi in grado di orientare la normativa di settore. Tale attività di sperimentazione consentirà inoltre di supportare l’elaborazione dei futuri protocolli di coordinamento civile-militare tra l’Aeronautica Militare e l’ENAV, per una sempre più fluida integrazione degli APR nello spazio aereo nazionale, nonché di ulteriormente ricercare la massima fruibilità dello spazio aereo ove dovranno essere garantite le operazioni di Sicurezza e Difesa da un lato e la riduzione dei tempi di volo e quindi la diminuzione in termini di impatto ambientale a favore dell’espansione del traffico aereo commerciale, dall’altro.
“L’attività si inquadra nella pluriennale collaborazione tra l’Aeronautica Militare e Enac, che su questa specifica sperimentazione hanno formalizzato lo scorso novembre una Lettera di Intenti, traendo vantaggio dall’esperienza maturata dalla Forza Armata negli ultimi venti anni di impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto in campo militare – si legge nella nota diffusa da AMI -. È significativo, ed in continua crescita, in questo ambito, il contributo che l’Aeronautica Militare fornisce con assetti APR per attività di ricognizione e sorveglianza, anche a supporto di altri Dicasteri come ad esempio per concorso ad attività di pubblica sicurezza, di protezione civile e di monitoraggio ambientale”.
Dal 2004 l’Italia è il primo Paese europeo a regolare l’utilizzo degli spazi aerei per garantire le molteplici attività condotte da APR militari, ponendosi come riferimento in materia di certificazione, regolamentazione e gestione operativa.