DIFESA E AMBIENTE: III CONFERENZA INTERNAZIONALE

La Difesa è attenta alle problematiche connesse alla tutela dell’ambiente. Nel 2015 ha siglato il Protocollo di Intesa per la tutela ambientale ed attività esercitative militari con il Ministero dell’Ambiente, del Territorio e della Tutela del Mare.
Ma non solo. Ha sviluppato una specifica strategia energetica, in linea con quella nazionale e aperta alla collaborazione con tutti i soggetti pubblici e privati, italiani e internazionali, del settore.

È quanto ha detto il Ministro Elisabetta Trenta nel suo intervento di saluto alla Conferenza internazionale sull’ambiente, organizzato dall’Arma dei Carabinieri, in programma fino ad oggi alla Scuola Ufficiali di Roma.

“Vogliamo fare in modo che tutto sia perfettamente nella norma e che la salute e la sicurezza dei cittadini, nonché le esigenze ambientali del territorio, siano perfettamente preservati da quella che è un’attività necessaria per le Forze Armate e per il Paese – ha commentato il Ministro nel suo intervento -. Potrebbe sembrare un paradosso, ma se le aree su cui insistono da 50/60 anni molti poligoni militari sono oggi considerate Siti di Interesse Comunitario e rappresentano molto spesso un polmone verde per le regioni che le ospitano, la ragione è da ravvisarsi anche nel fatto che esse sono state interdette a quella edilizia speculativa che ha invece devastato tante zone pregiate del nostro territorio, soprattutto in prossimità delle coste”.

Il convegno, al quale hanno preso parte il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Nistri, è stato suddiviso in tre panel:

· il valore della biodiversità

· la conservazione della biodiversità

· l’attività di polizia a tutela della biodiversità

Nel suo indirizzo di saluto, la titolare del Dicastero ha ribadito a chiare lettere che tutelare l’ambiente è un impegno complesso che la Difesa ha deciso di assumersi: “Ad oggi, sono numerosi i programmi di riqualificazione energetica che abbiamo realizzato, anche in collaborazione con istituti di ricerca, università, poli scientifici, italiani e internazionali, per abbattere l’impatto energetico delle nostre attività peculiari. Il bilancio di queste collaborazioni è stato finora senza dubbio positivo, perché oltre a garantire importanti risultati in termini di ottimizzazione delle risorse energetiche, hanno consentito un prezioso affinamento dei livelli tecnologici del sistema difesa e di sostenibilità dello strumento militare stesso”.